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Week End

È un testo molto interessante, delicato e duro, che ci racconta ancora una volta una storia di una solitudine estrema, di una alienazione che diventa trasgressione e violenza…Stavolta ci pensa Luca De Bei a presentarlo al pubblico romano…Lo spettacolo ha appena inaugurato la stagione del Teatro della Cometa..affidando il racconto di questo noir psicologico a un’attrice molto “ruccelliana”, Margherita Di Rauso affiancata dal versatile Giulio Forges Davanzati e dal giovanissimo Brenno Placido…Potente e intenso il monologo finale di Margherita Di Rauso, che seduta su una sedia ci racconta una storia familiare e dal sapore antico…

Francesca De Sanctis – L’Unità – 27 Settembre 2013

Nel bellissimo Week End, scritto da Annibale Ruccello nel 1983, tre anni prima di morire, … e di cui ora ammiriamo un’edizione lucida, patologica e accuratissima con regia di Luca De Bei. L’insegnante è una strenua, cerea, alienata, e spietata di dentro Margherita Di Rauso.

Rodolfo Di Giammarco – La Repubblica – 29 Settembre 2013

Margherita Di Rauso, da molti anni comprimaria di infallibile bravura, ha così modo di scavare proficuamente in una creatura dalle molte sfaccettature – la vernice di rispettabilità, il retroterra paesano da cui costei si è emancipata ma che riemerge nei momenti di tensione, la sensualità che si libera in un momento di baccante; ed è di volta in volta dimessa e sexy, ispida e allettante, spaventata e aggressiva…Margherita Di Rauso è l’eccellente interprete della piéce scritta da Ruccello. Con lei Giulio Forges Davanzati e Brenno Placido nei panni delle sue vittime.

Masolino D’Amico – La Stampa – 30 Settembre 2013

Bella regia di Luca De Bei che, con grande rispetto per il testo, interviene sul con-testo esplicitando quel che in Ruccello è oscurato e come messo a tacere, dando ariosità a certi passaggi emotivi e logici della protagonista…Più che assistere a una storia allestita e messa in scena per il pubblico, De Bei invita la platea a osservare, non vista, la quotidianità di Ida come la osservasse dai vetri di un acquario… Personaggio complesso, che attraversa tutto uno spettro di emozioni e stati d’animo, Ida necessita di un’attrice che sappia tenere la scena con credibilità…Margherita Di Rauso è l’attrice ideale per questo ruolo dotata di un grande talento che le fa restituire le emozioni e le reazioni di Ida non già semplicemente recitandole ma innervandole e incarnandole sul proprio corpo di interprete che sa stare sulla scena con una confidenza e una spontaneità di squisita eleganza… De Bei e Di Rauso si fanno forti l’uno dell’intelligenza scenica dell’altra divertendosi a sfidarsi in un contrappunto nel quale più De Bei esplicita l’implicito del testo di Ruccello più Di Rauso cavalca questa espansione di senso e di significato con grande autorevolezza e sicurezza di sé. Una confidenza dell’attrice che arriva al pubblico, che le si affida completamente. Anche per questo Margherita Di Rauso è Ida in una maniera che va ben al di là del classico rapporto tra attrice e personaggio.

Alessandro Paesano – Teatro.org – 1 Ottobre 2013

Luca De Bei riesce a sublimare anche gli aspetti più atroci del testo offrendo allo spettatore un ruolo non da voyeur ma da confessore e riesce a rendere tutto estremamente poetico e a tratti commuovente. Margherita Di Rauso in questo ruolo supera se stessa e si conferma la poliedrica attrice, che soprattutto negli ultimi anni ha dimostrato di essere con interpretazioni memorabili come la signora Peachum ne “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht con la regia di Luca DeFusco. Qui assistiamo ad una Di Rauso ancora diversa, asciutta, essenziale ma che muove le viscere di chi è li ad ascoltarla nel suo inquietante tormento, una Di Rauso mostruosamente brava. Ad accompagnarla in questo spettacolo al limite tra sogno e realtà, tra sonno e veglia due bravi attori: il bel Giulio Forges Davanzati ed il giovanissimo Brenno Placido. Entrambi rappresentano l’altro colore dello spettacolo, se la Di Rauso detiene i colori violacei e scuri loro detengono quelli chiari, non della luce ma della sfacciataggine e impertinenza. E proprio in questo gioco di chiaro scuri decide di muovere i sui attori Luca De Bei per dipingere a tratti forti un suo nuovo successo teatrale.

Lutà – Retrospettive – 2 Ottobre 2013

Una regia intensa di Luca De Bei che punta alle sfumature e le atmosfere prima che all’azione…; una protagonista, Margherita Di Rauso, davvero al meglio nella sua capacità di trasformarsi, diventando prima brutta poi seducente, opaca e quindi luminosa, sognante e violenta, in un gioco, sfrontato e intimo come il personaggio, molto basato sulla mimica e il corpo e con accanto, credibili e veri, i bell’indifferenti Giulio Forges Davanzati e Brenno Placido… e i registi cambiano spesso, dal comico al tragico, dal malinconico all’esaltato, dalla commedia al noir, grazie a belle luci.

Paolo Petroni – Corriere della Sera – 7 Ottobre 2013

Grazie a una regia attenta ed ispirata come poche allo svariare delle atmosfere, la prorompente fisicità tra onirica e ironica di un interprete suadente come Forges Davanzati che ben si sposa all’adolescente ansia nevrotica di Brenno Placido, si colloca la grande prova di Margherita Di Rauso. Che piega la propria tecnica superlativa portata a livello di creatività assoluta per conferire allo specchio oscuro di un eros maledetto a priori dalla morbosa sudditanza al corpo tutto il sapore perverso di un’analisi freudiana. Uno spettacolo da vedere e rivedere, che è il caso di non trascurare nella programmazione italiana.

Enrico Groppali – Il Giornale – 21 Ottobre 2013