Ferite a morte / Blessées à mort
di Serena Dandini
Traduzione collettiva degli studenti di italiano dell’Università Paris-Sorbonne diretta da Lucie Comparini.
PUM Presses universitaires du Midi, 2016; pp. 1-198
«Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti….» In un luogo indeterminato e inun tempo sospeso sono riunite tutte le donne vittime di femminicidio: ricche e povere, colte o analfabete, ribelli o sottomesse. Finalmente liberate dalla loro condizione di vittime silenziose, ci raccontano, ognuna attraverso un monologo, le loro storie venute da ogni parte del mondo: Italia, Messico, Africa, India, Francia, Giappone…
Si diventa così testimoni dei drammi provocati da una società maschilista, da tradizioni crudeli, da mentalità arretrate, ma anche da stereotipi e da intimi condizionamenti. I singoli casi di uniscono e si univesalizzano in una antologia militante, da leggere o da mettere in scena, paradossalmente piena di umorismo e ironia. Ferite a morte incita senza pietismi il lettore spettatore a riflettere sulla vera condizione della donna – e dell’uomo rispetto alla donna – nella speranza di agire sul mondo del XXI° secolo.